Dal diario di bordo della Fiera del Levante 2013

di Luisa Ruggio

Una settimana alla Fiera del Levante, non da visitatori, da comunicatori. Non è una passeggiata, è anzi uno degli "incubi" degli addetti ai lavori, quelli che avendo metabolizzato svariate edizioni di questo evento annuale denso di appuntamenti da seguire, spesso contemporaneamente, sanno che ci sono almeno tre calamità inevitabili in programma:
a) i fuori programma dell'ultimo istante
b) la folla che poga contro dighe di cameramen e giornalisti per vedere da vicino il politico di turno in visita nei padiglioni (succede, eccome)
c) la focaccia barese.

La focaccia barese, agguantata al volo tra un'intervista e un workshop da seguire strenuamente, è una costante per la squadra che lotta contro il tempo e cerca di inventarsi una pausa moltiplicando i secondi e i live twitting.
Noi di SalentoWeb.Tv quest'anno abbiamo vissuto incontri ravvicinati del terzo tipo con la teoria della relatività. La nostra web agency, InCim@ Social Network Strategy e la nostra redazione, ha seguito giorno per giorno il calendario del padiglione dedicato ad Agrimed e alle eccellenze dell'Assessorato all'Agroalimentare della Regione Puglia, nonché il tam tam iperbolico degli incontri che hanno tenuto banco nel padiglione della Regione Puglia, e i lavori del Bando dedicato all'Internazionalizzazione delle pmi. E chi più ne ha più ne metta.

Diversamente dal passato, quando il racconto della fiera passava attraverso le modalità del servizio giornaliero in grado di raggrupparne le varie fasi, il nostro lavoro si frammenta in molti rivoli che trovano la loro foce nel grande mare dei social network e implicano una navigazione in tempo reale, condivisa e sfaccettata.
Cosicché è impossibile rigirarsi i pollici, più facile "cappottarli" sulle lettere touch-screen di un iPad, uno smartphone, un pc. E' una vita spericolata per dita che suonano tastiere aeree e provano ad essere - riuscendoci spesso - le più veloci del (Far) West. West Fiera del Levante Story.
Il Social Media Center, il dono dell'ubiquità di cui non ci credevamo capaci finché non ci siamo resi conto di aver seguito diverse conferenze e convegni e imprevisti contemporaneamente e l' (auto)ironia che ci salva quando usciamo indenni dalle revolverate febbrili di certe giornate al cardiopalma.

Ed è strano che all’inferno, per così dire, tra un mucchio di cose da fare, e scrivere e fotografare e postare e taggare e condividere e caricare e diffondere, noialtri si riesca a trovare anche una forma di pace. Deve trattarsi di una reazione mistica ai tic compulsivi di Mino il cameraman, che tra una corsa appresso a un ministro e un montaggio, non può fare a meno di schioccarsi le dita cento volte in un secondo (Viviana a Mino: "Che facevi tu prima? Il batterista?").
Scherzi a parte, a furia di smistare caratteri, urgenze, squilibri, a imparare quello che non ti insegna nessuno finché non ti trovi dinanzi al da farsi, a girare e "travasare" con generosità quel che hai appreso agli altri, ti trovi davanti a un risultato che non ti aspettavi e che si misura nell'allegria cameratesca che accompagna il ritorno a casa di una squadra in trasferta.

Abbiamo raccontato - tutti noi: Viviana De Campi, Mino Caliandro, Sara Chironi, Marta Colaci e Antonio Gaetani Piotti - la Fiera del Levante 2013 utilizzando tutti gli strumenti che i social network mettono in connessione con un modo attuale di riportare un evento. Lo abbiamo fatto attraverso i nostri canali ufficiali, realizzando diversi video giornalieri dedicati ai vari aspetti della fiera e dei focus di approfondimento. In qualche modo siamo riusciti anche a "inventarci" un tempo nostro, per raccontarvi molto più di quel che eravamo tenuti a fare. Live twitting, photo sharing, video, smart clip, a furia di seguirne il ritmo abbiamo visto diversi tramonti dal Social Media Center allestito in fiera. Eventi come questi, impegni così densi di cose da fare, sono un'implacabile lezione per un gruppo di lavoro, anche una lezione di umanità e leggerezza. L'insostenibile leggerezza del social media strategyst, senza la quale non potremmo tornare indenni dalle montagne russe di certe giornate piene come un uovo.

Certe occhiate tra noialtri, certe intese, sono impossibili da trascrivere e rientrano appieno in quel che resta dopo eventi così intensi che sono test costanti, test di pazienza, creatività, resistenza, adattamento, spirito di squadra, velocità. In una parola, swing.