Il Pulitzer ad un sito on line

Il Premio Pulitzer, quest'anno, ha un sapore particolare per la scelta di assegnare un riconoscimento, nella categoria "giornalismo investigativo", al sito di informazione americano ProPublica, guidato dall'ex direttore del Wall Street Journal, per un reportage di Sheri Fink su alcune vicende avvenute nel Centro Medico di New Orleans nei drammatici giorni successivi al passaggio dell'uragano Kathrina. Siamo, evidentemente, di fronte all'ennesimo indizio su un passaggio epocale in atto nel mondo dell'informazione.

Il web sta divorando il gap che lo separava, in termini di pubblico e di autorevolezza, dal tradizionale giornalismo su carta tanto che anche il più tradizionale premio si adegua ai tempi. Sono molte le testate che, oramai, hanno una versione on line e sono sempre di più le persone che si informano solo ed esclusivamente sulla rete.
ProPublica è un'associazione non profit, finanziata da alcuni magnati statunitensi, che sostiene e rilancia sulla rete le inchieste di 32 reporter, i cui lavori - considerati di utilità pubblica - sono pubblicati sul sito dell'organizzazione ma anche su altre testate giornalistiche, alle quali vengono offerti in maniera gratutita. Ed è in questo passaggio l'ulteriore novità: sta prendendo piede la concezione di un giornalismo indipendente, partecipato e condiviso, che scardina l'impostazione classica basata sull'esclusività dei contenuti prodotti per una testata secondo le direttive dell'editore di riferimento. Un tipo di giornalismo da alcuni frettolosamente giudicato utopistico, inconcludente, improduttivo economicamente. Ma il web cambia le regole del gioco: se il contenuto è valido lo decide il pubblico della rete e dove c'è una vasta utenza ci sono anche grandi possibilità di investimenti e ritorni. Et voilà!