Ristorante "Le Terre Rosse": il gusto della solidarietà

“Sono davvero felice di aver condiviso con delle persone in difficoltà un’emozione legata al buon cibo, per me collante speciale tra individui, e quindi portatore sano di sensazioni positive”.
Questa volta partiamo dalla fine, con la frase con cui Mattia Sammarco, proprietario del ristorante “Le Terre Rosse” chiude la nostra conversazione in cui ha raccontato la sua iniziativa che ha scaldato il cuore di chi l’ha vissuta in una fredda serata di Febbraio.
Oggi è il giorno dopo. Oggi è quel giorno in cui l’adrenalina si trasforma in emozione consapevole e sincera, ed è il giorno perfetto per raccontarvi una piccola parte di una storia che ci è piaciuta subito: una serata al ristorante al costo simbolico di un euro per un folto gruppo di lavoratori in difficoltà. Sono i lavoratori rimasti a casa dopo la chiusura dello stabilimento Bat di Lecce. E Mattia è il ristoratore che ha deciso di regalare loro una cena nel suo ristorante “Le Terre Rosse” e che, come accade spesso nei piccoli centri, molto probabilmente ha dovuto affrontare critiche e accuse di intenti pubblicitari mascherati piuttosto che encomi, esclusivamente encomi, di fronte ad un’iniziativa chiamata “Gusto bene comune: la qualità per tutti”. E già dal titolo, si intravedono le cose belle.
“Il mio è un gesto di solidarietà puro e sincero verso queste persone che attraversano un brutto periodo - ci spiega Mattia - ed è chiaro che a livello d’immagine c’è stato riscontro ma per fortuna chi mi conosce lo sa: io sono così nella vita di tutti i giorni e con tutti”. Che Mattia sia una persona particolarmente generosa e attenta alle necessità del prossimo, è una cosa che ci appare subito lampante dopo soli cinque minuti di chiacchiere insieme, per questo pensiamo subito che la solidarietà è un motore che cammina troppo velocemente che probabilmente non si ha nemmeno tempo di girarsi e vedere gli strascichi che le ruote hanno lasciato sull’asfalto. E così probabilmente anche lui non si è girato troppo. Perché infondo non ce n’è stato bisogno. Gli occhi e la soddisfazione di chi ha trascorso la serata nel suo ristorante gli sono bastati.
“Non ho offerto un piatto caldo - ha proseguito - qui, la questione è ben differente. Da noi, i lavoratori hanno gustato un certo tipo di cucina pronta a risaltare la qualità delle materie prime, la costruzione del piatto, e poi ad educare verso nuovi sapori che purtroppo non sono raggiunti da tutti a causa proprio dell’impossibilità di concedersi quello che per molti viene definito superfluo.” Mattia ha dimostrato che il superfluo, qualche volta, diventa necessario, un bisogno primario. Proprio per non togliersi nulla. Proprio perché Mattia vuole che i suoi piatti giungano a tutti, secondo la visione personale, che come ci spiega, vede il cibo “come veicolo di solidarietà”.

Interessante il menù della serata:
Antipasto - tartare di salmone con kiwi, cacomela e riduzione di agrumi ; Flan di patate e cavolfiore con marmellata di arance e crema di barbabietola ; Primo - Gnocchetti con melanzane, pesto e sgombro fresco ; Secondo - Filetto di sgombro con caponata di verdure; Dolce - Tronchetto di cioccolato con mandorle e crema chantilly alle fragole.

“Per noi - ha proseguito Sammarco - è stata una cena come tutte le altre, con dei clienti come tutti gli altri, ma con una forte attenzione verso le problematiche proprie dei primi lavoratori che abbiamo ospitato la cui storia colpisce molto in quanto l’azienda manifatturiera produce molti utili. Eppure adesso questa gente è a casa, con famiglie a carico. Questo ci ha fatto pensare e riflettere”.

La serata non vuole essere unica nel suo genere, ma essere la prima di una lunga serie che andrà a coinvolgere numerosi lavoratori e magari anche altri ristoratori che sposeranno la causa di Mattia. “Non mi sento di fare nomi su coloro che saranno i prossimi invitati a “Le Terre Rosse” ma quello che posso dire con certezza è che vorrei invitare anche numerosi “operai” della cultura che spesso accusano più di altri il peso della crisi che incombe su tutti. “Per me la cultura è essenziale ed è una leva fondamentale per uscire dalla crisi” ci spiega.
La promozione della cultura e quella del buon cibo. Quello che regna nelle idee di Marco, sicuramente, è il tempo delle cose belle e noi, per primi, ci schieriamo al suo fianco.

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