Osservatorio del mercato del lavoro: pubblicato il secondo report

Osservatorio del mercato del lavoro: pubblicato il secondo report

L’assessorato alle Politiche del lavoro e Formazione professionale della Provincia di Lecce ha pubblicato il II Report Trimestrale prodotto dall’Osservatorio del Mercato del Lavoro (OML) della Provincia. La Relazione riporta i dati relativi sull’andamento del mercato del lavoro in provincia di Lecce nel Primo Trimestre 2011.

Per sintetizzare i dati l’assessore provinciale alle Politiche del lavoro e Formazione professionale Ernesto Toma, a tal proposito, ha dichiarato:
“L’indiscutibile utilità del Primo Report Trimestrale (che analizzava i dati relativi alle dinamiche del sistema del lavoro locale dell’ultimo trimestre 2010) ci ha portati a stilare il Secondo Report puntando sul perfezionamento dell’elaborazione dei dati a nostra disposizione”.

“L’obiettivo fondamentale è pubblicare una relazione che sia il più aggiornata possibile, in modo tale da poter proporre dei validi interventi di politica attiva, indirizzati a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, partendo dalla banca dati a disposizione presso i Centri per l’Impiego e integrando le informazioni provenienti da Inps e Camera di Commercio.

“Nel Report relativo al primo trimestre 2011 è stato eseguito un confronto rispetto al primo trimestre 2010 e al quarto trimestre 2010. Da questa analisi emerge un numero di occupati in aumento rispetto al quarto trimestre 2010, del 4,4% ma, nonostante ciò, il tasso di disoccupazione risulta essere più elevato, sia rispetto al primo trimestre 2010 che al quarto trimestre 2010; si potrebbe trattare di un’illusione ottica dovuta a un notevole incremento delle persone in cerca di occupazione (tasso di disoccupazione = numero persone in cerca di occupazione / forze lavoro), che addirittura registrano un incremento del 43% e del 18%, se confrontati rispettivamente con il primo e il quarto trimestre 2010”.

“La dinamica occupazionale (avviamenti e cessazioni) ha un saldo positivo di 2.200 contratti, che evidenzia una forte dinamicità dell’economia del territorio con avviamenti in crescita rispetto ai due trimestri di riferimento nel 2010”.

“Tuttavia tale dinamismo non trasforma i contratti in lavoro stabile, ma evidenzia un forte ricorso a contratti atipici (apprendistato, inserimento lavorativo, ecc.). Particolarmente critica risulta sia la situazione femminile che la disoccupazione giovanile. La cassa integrazione guadagni indica una stagnazione della crisi nel suo complesso, con una marcata flessione sia rispetto ad un anno fa, che rispetto al trimestre precedente, tranne che per la Cig in deroga, unica tipologia in aumento”.

“Pur tuttavia, il quadro disegnato nei giorni scorsi dall’Istat, che assegnava alla provincia di Lecce una “maglia nera” occupazionale rispetto al resto della Puglia e’ eccessivo e allarmistico”.

“Le rilevazioni Istat relative all’anno 2010, riportate da diverse testate giornalistiche locali, tracciano un quadro a tinte fosche per la provincia di Lecce, asserendo, in particolare, che la disoccupazione nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni (popolazione in età da lavoro) si attesta al 17,7% (contro une media regionale del 13,5%), mentre appare catastrofica la situazione dei giovani (15-24 anni): l’Istat rileva una disoccupazione pari al 47,3%, ben oltre il 34,6% della media regionale”.

“E´ bene precisare che l’indagine Istat è svolta su base campionaria di interviste telefoniche, mentre i dati rilevati dall’Osservatorio del Mercato del Lavoro di questa Provincia, per il 2010, basandosi su un campione effettivo di ben 526.453 censiti dai Centri per l’Impiego della Provincia, ha rilevato che: il dato della disoccupazione nella fascia 15-64 è pari a 18,8% (quindi superiore a quella rilevata dall’Istat); il dato sulla disoccupazione giovanile (15-24) è pari al 36,8%, certamente peggiore dalla media regionale, ma non così funesta”.

“Queste cifre, comunque, non consentono di affermare che la situazione sia rosea, ma che la provincia di Lecce abbia una situazione così difforme (in senso peggiorativo) rispetto ad altre province, anche limitrofe, della medesima regione, con la quale condivide i medesimi problemi, appare francamente poco credibile”.

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