#RacconTIAMOci #storiedimenticate

Quante numerose leggende popolari riguardano episodi del nostro territorio, leggende vive che ancora oggi interessano e commuovono la gente che se le tramanda oralmente di padre in figlio. Facciamo un appello a tutti voi, aiutateci a mantenerle vive, racconTIAMOcele all'ora del thè o del caffè. Inviateci i racconti del vostro paese, i racconti dei vostri cari, scriveteci leggende che avete ascoltato da piccoli o che raccontate ancora oggi ai vostri nipoti.

Le raccoglieremo tutte in un canale dedicato a: #racconTIAMO #storiedimenticate

Iniziamo con questa storia:
Ogni qual volta si vuole mettere in risalto la fedeltà di in individuo o di un animale, non è raro sentir dire “mancu lu cane de le vore!”
Ma perchè si usa questa frase, quale storia cela dietro? oggi proviamo a raccontarla:

"Si racconta che un contadino pur versando in una situazione economica precaria, decise di prendere con sé un cane per far felici i suoi bambini. Lo portò a casa propria e gli diede da magiare come se fosse un componente della famiglia. La necessità di sfamare una bocca in più indispose seriamente la moglie del contadino che, nonostante tutto, decise di tenerlo per non arrecare dispiacere ai suoi figlioli. Il cane era molto intelligente e cordiale e, non appena gliene fu data l’occasione, non perse tempo per rendersi utile tra i campi e aiutare il padrone a mettere in fuga dei ladri che stavano cercando di portar via un asinello. L’animale avvertito il pericolo abbaiò fino a svegliare il padrone il quale, una volta accese le luce per accertarsi di cosa stesse succedendo, notò dei loschi individui che cercavano di trascinar via l’animale e il contadino si fece coraggio affrontando i delinquenti che decisero di darsela a gambe. La famiglia tutta manifestò una profonda riconoscenza per il proprio cane.

Una notte di Natale la povera bestiola venne ferita da un petardo esploso vicino il suo musetto, lanciato da ragazzini poco accorti o senza cuore. L’animale venne portato da un vicino di casa del contadino al veterinario più vicino, sito nel comune di Presicce. Il veterinario visitò il cane ma la diagnosi non fu confortante: la povera creatura perse la vista.

L’animale venne riportato in casa e curato dal veterinario del paese. Divenne molto aggressivo, ringhiava contro tutti e si rifiutava di fare qualsiasi cosa. Mosso a compassione e suo malgrado, il contadino non trovando il coraggio di uccidere l’animale con i mezzi tradizionali e porre fine alle sue sofferenze, si lasciò convincere da un amico a lanciarlo nelle vore, delle profonde cavità nella roccia, così come lui aveva fatto per il suo cane.

Non passava giorno che il pover’uomo non si sentì dilaniare dai sensi di colpa, coltivati anche dalle incessanti lacrime dei suoi bambini. Un giorno però, ritornano a casa insieme a tutta la sua famiglia, vide il cane che li attendeva sull’uscio della porta di casa. Immensa fu la gioia di tutti che poterono riabbracciare quel compagno perso e che nessuno credeva di rivedere mai più.

Come abbia fatto il cane a risalire dalla vora nessuno può dirlo, anche se sono in molti a credere nell’esistenza di cunicoli sotterranei che collegano le vore di Acquarica a quelle di Barbarano del Capo.

Da allora, dagli anziani del paese, ogni qual volta si vuole mettere in risalto la fedeltà di in individuo o di un animale, non è raro sentir dire “mancu lu cane de le vore!”.

Ora tocca a voi, inviateci i vostri racconti e le leggende del vostro paese su staff.incima@gmail.com

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