Gianfranco Fini a Bari: se la riforma università non avrà sufficienti risorse è meglio ritirarla

Gianfranco Fini presidente Camera dei Deputati

Se la riforma dell'università non avrà sufficienti risorse è meglio ritirarla: è chiaro e determinato il presidente della Camera, Gianfranco Fini rilancia l'impegno a sostegno di una riforma che dia spazio a merito e ai giovani ricercatori. In un momento di pausa dell'iter del ddl ministro Gelmini, che alla Camera aspetta di trovare le risorse necessario per arrivare in porto, non diminuisce l'attenzione sui disagi, e dei tagli, degli atenei che in massa per le cerimonie di apertura dell'anno accademico hanno inscenato proteste e blocchi delle lezioni.

E anche oggi gli studenti di Link, a Foggia e anche a Bari hanno protestato, contestando Fini, da loro ritenuto «responsabile dello stato di dissesto degli atenei italiani». Il ministro Gelmini, da parte, sua ha già ribadito la volontà di andare avanti: «Mi auguro che lo slittamento della riforma dell'università sia solo di un paio di mesi», ha detto ad inizio settimana, sottolineando che le difficoltà che si sono verificate sono «legate alla sincronizzazione tra riforma e risorse, che sono indispensabili per il normale funzionamento degli atenei.

Ci sono preoccupazioni legittime legate allo slittamento della riforma che mi auguro sia solo di un paio di mesi. Abbiamo iniziato - ha ricordato - con un piano di razionalizzazione, adesso è ora di approvare questa riforma che peraltro è in linea con l'Europa e con i provvedimenti degli altri Stati». Secondo Fini, «si tradisce lo spirito della riforma e si impedisce la carriera ai meritevoli se vengono confermati i tagli e se non si mettono a disposizione posti di associato per i ricercatori» meritevoli: «quindi si finisce per frustrare lo spirito della riforma e quindi è meglio ritirarla.

I tagli previsti per l'Università italiana - ha spiegato Fini - non sono sopportabili perchè ci sarebbe uno sbilancio tra la spesa per il personale e i fondi ordinari tale per cui sarebbe impossibile dare gli stipendi del personale e queste non sono opinioni politiche ma matematiche». Pronta la replica del Pd: la capogruppo in commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni ha auspicato che «dopo le parole di Fini, il gruppo di Fli si comporti con coerenza e coraggio, non com'è accaduto solo pochi giorni fa quando, per rispondere a un 'ordine di scuderià, hanno ritirato tutti i loro emendamenti al ddl Gelmini che avrebbero potuto mettere in difficoltà la maggioranza. Abbiamo detto sin dal principio che senza soldi e con nuovi tagli non si può riformare l'università, apprezziamo che questa nostra posizione stia trovando sempre più consenso anche dentro la maggioranza.

Dopo la sessione di bilancio in commissione si potrebbe trovare un nuovo clima per modificare radicalmente il ddl Gelmini e dare risposte alle vere problematiche degli atenei». E dall'Unione degli Studenti arriva una richiesta al presidente della Camera: «Fini non si limiti a preoccuparsi dei finanziamenti agli Atenei, sicuramente un elemento imprescindibile per la sopravvivenza dell'Universit… nel nostro Paese, ma ascolti anche la popolazione universitaria di studenti e ricercatori che difendono anche il carattere pubblico degli atenei e della ricerca che viene messo al bando con la riforma Gelmini».

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