Palazzo Carafa: scontro sulle commissioni

La logica è sempre quella: “o con me o contro di me”. Ciò che è avvenuto in questi giorni secondo il capogruppo della minoranza al comune di lecce Antonio Rotundo è grave «perché –dichiara il consigliere del Pd- il Presidente del Consiglio, Eugenio Pisanò che dovrebbe essere garante dei diritti di tutti e figura terza e super partes, è diventato strumento di una sola parte, della maggioranza, e della sua volontà di mettere il bavaglio all’opposizione».

La nuova questione che ha scaldato i banchi dell’opposizione a palazzo Carafa, è la proposta di rimodulare le commissioni consiliari. Una proposta irricevibile per i consiglieri guidati da Rotundo. «Perché -spiega- più che per esigenze di funzionamento e di funzionalità della macchina amministrativa, questa operazione appare rispondere a puri interessi politici di parte con l’obiettivo di mettere le mani sulle Presidenze non gestite dal centrodestra.

Ma le Commissioni non si possono cambiare a proprio piacimento –continua Antonio Rotundo- non sono, ad uso e consumo delle maggioranze di turno perché magari occorre accontentare qualche consigliere, a cui sono state promesse in occasione del rimpasto. La verità è che anche da questa vicenda emerge chiaramente una concezione della politica di tipo squadristico, se si guarda all’operazione in corso – tra l’altro ben preparata – di farmi fuori da Capogruppo del gruppo misto, che ha il chiaro e cinico obiettivo di colpire con me il ruolo e la funzione stessa dell’opposizione, colpevole solo di svolgere il proprio dovere.

Veloce la replica del presidente del Consiglio comunale Eugenio Pisanò: «Nel rispetto delle figure istituzionali - sottolinea Pisanò - continuo ad osservare una aggressione costante, anziché il civile e costruttivo confronto da tenersi nella sede ideale che è l’aula del Consiglio. Ho ricevuto offese dalla consigliera Spagnolo (alla quale ho replicato) che prima ha messo sotto accusa la mia capacità di calcolare una percentuale matematica e poi mi ha dato del “gradasso”.

Oggi abbiamo toccato il massimo con il portavoce della minoranza, il quale mi ha affibbiato una etichetta di lontana memoria squadrista! Credo di rispettare perfettamente il gioco delle parti se ricordo a tutti che Antonio Rotundo incarna molto bene il ruolo del “Rocco Spatu” della politica leccese. Molto spesso quando il proprio volere non si concretizza, diventano strette le regole entro le quali muoversi, e allora scatta l’attacco personale. Ma, come detto, fa parte del gioco delle parti».

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